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Diete di moda: la Dieta a Zona

31/08/2019 - Scritto da: Dr.ssa Veronica Guerra - Biologa Nutrizionista

La dieta a zona è stata inventata dal biochimico Barry Sears e si basa, come molte altre diete di successo, sulla riduzione dei carboidrati per mantenere l’insulina in una “zona” nè troppo alta nè troppo bassa ed è basata sulla distribuzione dei nutrienti 40-30-30 (40% di carboidrati, 30% di grassi e 30% di proteine - a differenza della dieta mediterranea che li distribuisce 60-30-10). I carboidrati, nella dieta a zona, vengono demonizzati perchè responsabili di un innalzamento eccessivo della glicemia causando l’infiammazione che è alla base dell’obesità e delle malattie cardiovascolari. La dieta di Sears non si costruisce esclusivamenti con i comuni alimenti ma deve essere implementata dai prodotti della Enerzona che nel libro del biochimico vengono ripetutamente sponsorizzati.

Il problema è che Sears non fa distinzione tra carboidrati semplici e complessi, considerandoli tutti alla stessa stregua. In realtà la differenza è notevole: i carboidrati semplici vengono assorbiti rapidamente e hanno un alto indice glicemico (alzano rapidamente la glicemia nel sangue e sono lo zucchero da tavola e tutti i prodotti che lo contengono); i carboidrati complessi (come ad esempio la pasta, il pane o i legumi) innalzano la glicemia nel sangue lentamente e ciò porta a conseguenza completamente differenti. C’è un altro aspetto da considerare ed è la presenza del condimento con olio che caratterizza la Dieta Mediterranea, il quale abbassa ulteriormente l’indice glicemico.
La dieta a zona propone quindi un 40% delle calorie totali giornaliere da carboidrati (da ricavare per lo più da frutta e verdura), mentre la dieta mediterranea ha un apporto del 60% o più sotto forma di cereali integrali, pane, pasta, legumi ecc..
La dieta Zona viene proposta come “stile di vita” e ha un apporto di circa 1200-1500 kcal al giorno: chiaro che così non può essere innanzitutto per l’obiettivo calorico che non è adatto a tutte le persone di conseguenza se fossero insufficienti avverrebbe una perdita della massa muscolare; oltre a ciò la rigidità che richiede la dieta a zona porta ad un aumento del rischio di sviluppare disturbi alimentari. E’ dimostrato, infatti, che la restrizione calorica eccessiva e la rigidità alimentare favoriscono i DCA (disturbi del comportamento alimentare) soprattutto nell’adolescente.

Il quadro generale dell’impostazione di questa dieta è contrario alle linee guida mondiali per una sana e corretta alimentazione. Oltretutto non ci sono studi eseguiti su ampie popolazioni per studiarne gli effetti a lungo termine, a differenza della Dieta Mediterranea la quale si conferma la dieta salutare per eccellenza, indicata come punto di riferimento dalle maggiorni organizzazioni mondiali a difesa della Salute ( come la WHO -World Health Organization-, la FAO, l’ IOM -Institute of Medicine-).
La dieta a zona ha venduto milioni di libri contribuendo purtroppo alla confusione di idee e distogliendo l’attenzione dalle vere cause dell’obesità: l’eccesso di zuccheri semplici, l’eccesso di grassi, un inadeguato apporto di cereali e fibra e un industria alimentare che promuove troppo spesso bevande zuccherate e “cibo spazzatura”.

(Fonti: Il fatto alimentare)


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